Intervento del critico d'arte Paolo Levi
Paolo Levi
10 Aprile 2010

I momenti stilistici di Luciano Rizzato sono ricchi di riferimento alla cultura africana; i volti dei suoi personaggi sono maschere legate a una sua ritualità arcana. Noi eurocentrici siamo molto distanti culturalmente dal significato rituale di queste maschere umane, ma ci sentiamo ugualmente coinvolti dalla luce che anima i loro occhi: l’artista, conosce certamente i messaggi segreti che sottostanno a ogni segno e a ogni colore che ricopre la pelle dal viso di questi personaggi, la cui ricchezza spirituale consiste in una sapienza antica, legata alla natura in tutte le sue manifestazioni. Ma a Luciano Rizzato va riconosciuto non solo il merito di conoscere la verità di questi volti e di questi sguardi, ma anche di saperli filtrare attraverso una cultura pittorica che si lega con evidenza alla ricerca fauve e all’Espressionismo tedesco. Tuttavia questi riferimenti sono puramente formali: nella sostanza, la pittura di Rizzato insegue una ricerca poetica fuori del tempo e della storia, trovando un suo modo di intendere la spiritualità attraverso la narrazione di eventi misteriosi in mondi diversi dal nostro. Non si tratta qui certi di facile folklore: sono vibrazioni e passioni che trasfigurano i tratti umani attraverso il colore, a testimoniare di una pittura corporea che l’artista reinterpreta e filtra attraverso la sua sensibilità, ripercorrendo in parte la storia stessa dell’arte per riportarla alle origini propiziatorie e magiche. Sono qui presenti le testimonianze visive di un mondo ancora vergine, mosso da passioni e bisogni primari, che suonano come un ammonimento a non dimenticare le tragedie che sconvolgono l’Africa di oggi. La forza espressiva e la tensione illuminante di queste immagini danno consistenza, non solo a inedite pagine pittoriche, ma anche a sentimenti profondi di fratellanza.  

© Copyright 2012 Luciano Rizzato